lunedì 21 maggio 2012

24. I coniugi Cole a Berlino

Poco prima della mia partenza per Berlino, mammaCole se ne saltò su con una proposta indecente: "E se io e papà venissimo con te in Germania? Solo i primi giorni, giusto per aiutarti. Non è un’idea fantastica? Dai dai daiii daiiii"
Mentre papàCole tentava di sedare la chioccia isterica con un fucile caricato a pallettoni di buon senso, io mi limitai a risponderle con pacatezza: "Sei impazzita? Ma ripigliati! Piuttosto che farmi accompagnare da voi due, mi faccio tutta la strada ginocchioni." Perché, quando voglio, so essere estremamente sensibile ed attenta ai sentimenti altrui. Quando voglio, appunto.
Comunque, per chetare la materna follia da ansia per imminente distacco, la parte sana della famiglia programmò una visita genitoriale in terra germanica a novembre.
E Novembre fu.

Non erano passati neanche due mesi dall’ultimo incontro, ma facemmo fatica a riconoscerci tra noi. I miei genitori, in mezzo ai tedeschi, mi sembrarono piccoletti e completamente fuori contesto. Io, astutamente mimetizzata con la popolazione indigena, sembrai loro una delle tante dinoccolate macchie di colore mischiato a caso.

Superati lo smarrimento iniziale e i saluti caciaroni seguenti, scoprii che Berlino aveva accolto i miei genitori con lo stesso entusiasmo con cui aveva accolto me. Con lo smarrimento dei bagagli. Che curioso gioco del destino. Che simpatica coincidenza. Che immensa sfiga.
Fummo a lungo palleggiati tra l'ufficio della Swissair ed il deposito degli oggetti smarriti. Palleggiati tra una ragazzetta svizzera, simpatica come una forma di groviera andata a male, ed una coppia di operai tedeschi, decisamente più gentili ma altrettanto disinformati.
Dopo ore d’infruttuosi tentativi, con i piedi gonfi e l'umore a terra, quando ormai avevamo perso ogni speranza oltre che percorso mille km avanti e indietro per l'aeroporto, riuscimmo miracolosamente a rientrare in possesso delle valigie. Noi tre e gli operai tedeschi ci abbracciammo commossi. L'impiegata svizzera si chiuse a doppia mandata nel proprio ufficio, dove rimase a ripetere per tutta la notte l’ossessivo mantra: "Non è stata colpa mia, non è stata colpa della Swissair, non è stata colpa mia, non è stata colpa della Swissair, non è stata colpa mia, non è stata colpa della Swissair, non è stata colpa mia, non è stata colpa della Swissair". Narrano le cronache aeroportuali che, per tirarla fuori, si rese necessario l’intervento dell’ambasciatore svizzero, armato di tanta pazienza e una tavoletta di cioccolato nero extrafondente da usare come esca.

Per i tre giorni successivi, vestendo i panni della guida turistica, scorrazzai i miei genitori per tutta la città. Il tempo era poco e le cose da vedere tante.
Iniziammo con il Mauermuseum, dove potemmo osservare i numerosi e sorprendenti reperti che testimoniano i tentativi di fuga attraverso il muro. Reperti che raccontano storie drammatiche, commoventi e, a volte, quasi comiche. Dimostrazioni tangibili che la disperazione e la voglia di libertà possono rendere qualsiasi essere umano coraggioso, creativo e anche un po’ folle.

Proseguimmo con la Nuova Sinagoga che, oltre ad essere il più grande luogo di culto ebraico in terra tedesca, è un edificio di una bellezza disarmante. Uno di quelli che ti fermi ad osservare per un attimo, anche la milionesima volta che ci passi davanti. Uno di quelli che possono rendere speciale una strada, un quartiere e anche una giornata.

Continuammo con una suggestiva vista della città dalla cupola del Duomo, con gli angeli pasciuti che ci guardavano dall’alto e la Fernseheturm che si metteva in mostra in tutto il suo svettante, moderno e discutibile fascino.

Andammo alla ricerca del nostro personale “Cielo sopra Berlino” arrampicandoci per la mitica Siegessaule che, con i suoi 285 gradini, mise a dura prova la resistenza psicofisica di papàCole. Ma ci regalò anche il privilegio del sogno e la leggerezza del volo.


Infine, ci perdemmo tra le mille sale del Pergamon-Museum dove, tra le imponenti opere monumentali famose in tutto il mondo, viene custodita anche la riproduzione dell'uomo dei miei sogni: Attalo. Riproduzione che io rimasi a fissare in estasi mistica fino a quando non riuscirono a trascinarmi via.
Narrano le cronache museali che, per riuscire nell’impresa, si rese necessario l’intervento del mio professore di storia dell’arte del liceo, fatto venire apposta dall’Italia, armato di una scatola di gianduiotti usata come esca.

Dopo queste giornate di bellezza e coccole parentali, riportai i miei genitori all’aeroporto, feci loro “ciao ciao” con la manina e mi fiondai a prendere la metropolitana. Quella sera stessa mi attendeva un appuntamento imperdibile per ogni italico Erasmus.

Continua...

(Le foto, purtroppo non sono mie, ma trovate in giro per la rete.)

5 commenti:

  1. La problematica delle valigie smarrite per fortuna io me la risparmio dato che i genitori vengono su in treno (anche se mio papa sarebbe capacissimo di perderla anche cosi). E ringrazio pure che i miei vengono su dichiaratamente per farsi le vacanze e non per vedere se sono ancora vivo. Infatti li devo portare in giro per Monaco con il guinzaglio che se li lascio a briglia sciolta chissà dove me li ritrovo...

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    1. I genitori lasciati liberi in terra straniera sono peggio dei ragazzini. Del resto da qualcuno dobbiamo pur aver preso la capacita' di adattamento e lo spirito d'avventura

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  2. Son rimasto un po' indietro, ma un bel racconto ti aspetta sempre.
    Complimenti Jane.

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  3. io sono la signora misericordia sto sento di dare testimonianza di come sono tornato mio marito , ci siamo sposati per più di 2 anni e abbiamo ottenuto due bambini . cosa andavano bene con noi e noi siamo sempre felici . finché un giorno mio marito ha iniziato a comportarsi in un modo che non riuscivo a capire , mi è stato molto confuso dal modo in cui me ei bambini che curare . nello stesso mese egli non è venuto di nuovo e mi ha chiamato che vuole il divorzio , gli ho chiesto che cosa ho fatto di male per meritare questo da lui , tutto quello che stava dicendo che lui vuole il divorzio e che lui mi odia e non vuole di vedermi di nuovo nella sua vita , ero pazza e anche frustrato non so cosa fare , ero malato per più di 2 settimane a causa del divorzio . Io lo amo così tanto che era tutto per me senza di lui la mia vita è incompleta . Ho detto a mia sorella e lei mi ha detto di contattare un mago , non ho mai credo in tutta questa magia colata di una cosa . ho appena
    vuole provare se qualcosa verrà fuori di esso . Ho contattato DR . omoba per il ritorno di mio marito per me , mi hanno detto che mio marito sono state prese da un'altra donna che ha gettato un incantesimo su di lui è per questo che mi odia e ci vuole il divorzio . poi mi hanno detto che hanno per lanciare un incantesimo su di lui che lo farà tornare a me e ai ragazzi , hanno gettato l'incantesimo e dopo 3 giorni mio marito mi ha chiamato
    e mi ha detto che io lo dovrei perdonare, si stabilì a chiedere scusa al telefono e ha detto che mi ami ancora , che non sapeva cosa succederà a lui che mi ha lasciato . era l'incantesimo che il santuario dottor omoba colato su di lui che lo ha fatto ritorno a me oggi , io e la mia famiglia ora sono di nuovo felice oggi. grazie DR . omoba per quello che avete fatto per me, mi sarebbe stato nulla oggi, se non per il vostro grande incantesimo. voglio
    i miei amici che passano attraverso questo tipo di problema dell'amore di ottenere indietro il loro marito, moglie , o ex fidanzato e fidanzata di contattare dromobaspellhome@gmail.com e vedrete che il vostro problema sarà risolto .

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