domenica 18 novembre 2012

53. Gelosia, passione e ricordi

Quella fu una serata davvero indimenticabile.
E non solo per l'appassionato bacio, scambiato alla ragguardevole altezza del metro e 94 centimetri sopra il livello del primo piano berlinese.

Quella fu la serata in cui Stefan, testimone involontario delle italiche-crucche effusioni, mi fece una scenata di gelosia in piena regola.
"Brava!", disse, "Brava! Vedo che ti sei trovata un nuovo fidanzato!"
Il tutto condito da vocetta isterica, che a sorpresa rendeva il suo eloquio più comprensibile, e plateale applauso rumoroso e solitario.
A poco valeva il fatto che tra me e lui non ci fosse stato mai niente. Né un vero appuntamento, né un bacio. Niente di niente. Evidentemente lui aveva deciso che stavamo assieme, contro ogni evidenza e contro la mia stessa volontà.
Stefan, a ventisei anni suonati, era come quei bambini dell'asilo che hanno la fidanzata ma "lei non lo sa".

Quella fu anche la serata in cui Eli e David si chiusero nella stanza dove si trovavano tutte le nostre giacche.
"Pancrazia", mi disse Sissi, "qua c'è gente che deve andare via e quei due deficienti non aprono e non rispondono. Vai a parlarci tu!"
"Io???"

Non so perché, ma io finivo sempre col trovarmi in situazioni di questo tipo.
La gente mi guardava in faccia e decideva che fossi sufficientemente affidabile, diplomatica o, semplicemente, paracula per essere piazzata in prima linea.
Alla gita delle superiori ci si trovava tutti in una stanza a fare casino? E secondo voi chi veniva mandata ad aprire la porta quando bussava un professore inferocito?
Un'amica giovane ed inesperta aveva bisogno di qualche acquisto particolare in farmacia? E secondo voi chi veniva spedito davanti al bancone a fare la disinvolta donna di mondo?
Due amici presi dalle fregole sessuali si chiudevano in una stanza nel bel mezzo di una festa? E secondo voi chi veniva scelto per richiamarli all'ordine e, soprattutto, per liberare giacconi e borse tenuti in ostaggio nella suddetta camera?
Io. Io. Io. Sempre io! Con la scusa che "I professori di te si fidano", oppure "In questo quartiere non ti conosce nessuno", o ancora "A te daranno retta!"
Ecco, fu proprio questo ciò che mi disse Sissi: "Vai tu, che a te daranno retta!"

E così io mi trovai dietro una porta a sussurrare: "Ragazzi, per piacere, aprite. Ci servono i giacconi"
Silenzio.
A dichiarare: "Ragazzi, io sono sinceramente contenta che voi siate una coppia appassionata, ma non potreste farlo a casa vostra?"
Silenzio.
A minacciare: "David, cazzo! Tirati su i pantaloni e vieni ad aprire questa porta. E se la mia giacca è anche solo stropicciata io vi corco di mazzate tutti e due!"

David aprì.
In fondo aveva avuto ragione Sissi: mi avevano dato retta.
Li avevo conquistati con la mia proverbiale dolcezza, abbinata al mio accento tedesco da gendarme.

Ma quella fu soprattutto la serata in cui, nel bel mezzo delle italiche-crucche effusioni, venni chiamata da cinque voci amiche: "Pancraziaaaaaaaa dove sei? Vieni a farti una foto con noi!"
Io, mollato Elmar in un secondo, corsi nell'altra stanza, e al grido di "L'ho baciato!" mi misi in posa con le ilari cinque Comari.
Ne nacque una foto che ancora adesso è un feticcio.
L'unica che ci ritrae tutte assieme.
Un'immagine di amicizia, giovinezza, felicità, sogni e speranze.
Il più dolce dei ricordi.
Il più severo dei moniti.

(Nel caso siate miei amici su facebook: sì, è proprio quella foto lì. E sì, io sono il bocconcino biondo sulla sinistra)

Continua...

7 commenti:

  1. Eh no!!!
    Io non vedo nessuna foto! Dove l'hai nascosta?

    ---Alex

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    1. Solo i miei amichetti di facebook possono godere del capolavoro.
      Sei mio amico tu? No?
      E allora provvedi :D

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    2. Ma mi avevi de-amicizzato?
      io ero convinto di averti tra i mie contatti in FB!
      Comunque adesso ho rimediato!
      Attendo con fiducia la buona novella ;-)

      ---Alex

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  2. Meni sapendo di mentina. Ti ho cercata su Feisbuc: ci sono diverse tue omonime, ma non tu; o almeno così sembra.

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  3. Intendevo "Menti sapendo di mentina" e non "meni" eheheheh

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