domenica 21 ottobre 2012

50. Valzer Musette

Fedele alla mia personalissima tecnica di autosabotaggio, quel sabato mattina mi abbigliai con un paio di jeans, una magliettina anonima e un piumino dall'erotico effetto "Omino Michelin".

All'uscita della metro, messo il piede destro sul primo scalino, un dubbio mi colse: e se Elmar non fosse stato così carino come lo ricordavo? In fondo l'avevo visto solo due volte: la prima in un locale buio e fumoso, la seconda durante una festa affollata tra un alcolico britannico approccio e l'altro.
E se il suo fascino fosse stato solo il risultato di un paio di lenti a contatto appannate?
E se, presa dall'entusiasmo, l'avessi sopravvalutato?
E se? E se? E se?

Ma ormai era troppo tardi per farsi inutili domande.
Inspirai. Espirai. E presi a salire con lentezza esasperante tutti gli scalini che mi portavano verso l'aria aperta. Fuori mi attendeva una fantastica giornata di sole. E, dall'altra parte della strada, Elmar.

Lui mi vide e mi sorrise.
Era ancora più bello di quanto lo ricordassi.
Ricambiai il sorriso.

Consumammo la nostra deliziosa colazione a base di bagel, salmone, burro e germogli di soia. Il tutto innaffiato da un perfetto cappuccino.

Mangiammo e parlammo. Anzi, no.
In realtà mangiammo e parlai.
Parlai.
Parlai.
Io lo rintronavo di chiacchiere. Lui annuiva, sorrideva e taceva.

Dopo quasi due ore di questo trattamento, mi convinsi che un tale protratto e cocciuto mutismo fosse l'evidente segnale di un pentimento. E che il perticone stesse solo cercando una scusa per liberarsi di me, il suo italico e ricciuto fardello.
Decisi, dunque, di salvare almeno l'orgoglio rendendogli il tutto più semplice.
Alzandomi, iniziai: "Ok, è stato divertente, ma si è fatta una certa..."
"Aspetta! Dove stai andando?", m'interruppe.
"A casa"
"Di già? Non ti va di andare ad una mostra?"
"Una mostra?"
"Sì. Ti va?"

Era alto più di un metro e novanta. Aveva occhi verdi, lineamenti perfetti e una dentatura da spot pubblicitario. E andava pure in giro per mostre? Bello e colto?

"Sì, mi va!", colsi euforica l'occasione, aspettandomi di vedere da un momento all'altro anche maiali volanti e muli parlanti.

Elmar ed io passammo l'intera giornata assieme.
Osservammo pazzesche installazioni di artisti provenienti da tutto l'oriente. Passeggiammo tra gli alberi svettanti di uno dei tanti parchi berlinesi. Dividemmo ipercalorici snack tedeschi.

Era ormai il tramonto quando lui mi chiese:
"Ti va di venire a casa mia?"
"A casa tua?"
"Sì, così ti suono qualcosa"
"Suoni? E cosa?"
"Indovina"
"Chitarra?"
"No"
"Basso?"
"No"
"Piano?"
"No. Ti arrendi?"
"Sì, ti prego, sono un disastro. Dimmelo tu"
"La fisarmonica"
"La fisarmonica?"
"Sì, perché?"
"No. Niente. Originale."
Mentre lo guardavo, tutta l'orchestra Casadei mi suonava Romagna Mia nella testa ed io cercavo disperatamente di non scoppiare a ridergli in faccia.
Ci riuscii. Ma non fu facile.

Arrivati all'appartamento che Elmar divideva con Clena, mia amica irlandese dei tempi dello studentato, mi misi comoda sul divano. A quel punto il mio teutonico perticone si esibì in una serie di valzer francesi che, più che balera romagnola, facevano molto vecchia Parigi.

Chi l'avrebbe mai detto che pure la fisarmonica avesse un suo fascino?
L'Erasmus continuava a stupirmi.

Continua...

11 commenti:

  1. No, qui o cominci a darci 2000 parole per volta o protesto. Ecchè, una manco fa tempo a capire che c' è un climax che la affoghi nell' anticlimax?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. 2000 parole? Naaaaaaaaaa...troviamo un accordo: facciamo 1500 e non se ne parla più! :D

      Elimina
  2. Jane, ma siamo sicuri che l'autosabotaggio dei vestiti funzioni coi tedeschi? i tedeschi... quelli coi calzini bianchi e gli zoccoli ai piedi? :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi hai rubato il commento, volevo dire la stessa cosa!

      ---Alex

      PS = ma i tedeschi portano i sandali calzinati, mica gli zoccoli... ;-)

      Elimina
    2. Non ci avevo mai pensato O_o
      Mi sa che avete ragione voi!

      Elimina
    3. Io ho visto tedeschi con zoccoli in legno e cinghietta in pelle e tedeschi muniti di sandali in gomma, però i primi mi sono rimasti impressi perché l'effetto è più ehm... elegante ;)

      Elimina
  3. Una domanda sorge spontanea.
    Elmar aveva fratelli maggiori?

    Io scappo rapidamente prima che il ferro da stiro mi centri sulla capoccia.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non ti conviene darmi strane idee: io uso il ferro da stiro con la caldaia esterna :P

      Elimina
  4. Cioè Pancry non so, cosa volevi di più? Figo. Colto/Estimatore d'arte. Romanticamente malinconico stile Parigi primi '900. Suonatore di fisarmonica. Ti sarai anche sabotata, ma sei caduta in piedi figlia mia!!

    RispondiElimina

Pancrazia in Berlin - Il Ritorno

Poche righe per avvertire i lettori distratti e i passanti ignari che dall'altra parte, su Radio Cole , sto raccontando il mio ultimo vi...