venerdì 22 giugno 2012

30. Per un pugno di marchi

Era ormai giunto dicembre ma, prima di tornare in quel di Torino per le vacanze natalizie, mi rimaneva ancora un importante incontro da fare. Quello con la temibile e temuta Frau MeMagnoLaTuaKautionen.

Una donna dal rigido caschetto nero ed il sintetico tailleur blu, che si aggirava per i corridoi dello studentato in cerca delle proprie vittime.
Il suo compito era semplice quanto spietato. La sua unica arma un block notes. Ella controllava le camere di coloro che avrebbero traslocato, trovava qualche magagna di cui incolpare gli inquilini in partenza, e quindi negava la restituzione della cauzione versata mesi prima dai suddetti.

Nel giro di pochi giorni l'arcigna figura aveva assunto contorni mitici, guadagnandosi un posto di riguardo tra i peggiori cattivi di tutti i tempi: un gradino sotto Freddy Krueger ma una spanna sopra Gargamella.
Tra quelli che ne avevano incrociato il cammino, c'era chi aveva dovuto rinunciare a metà dei propri soldi per la presenza di troppa polvere sul pavimento:
"Dobbiamo kiamare esperto con zuper makkinario per togliere tua orrippile sporcizia. Teniamo 200 marki di cauzione!"
"200 marchi? Per scopare un metro quadro di pavimento? E che è: un esperto della NASA? Guardi che quelli non sono mica resti di un asteroide ma solo briciole di biscotti!"
C'era chi avevo dovuto subire umiliazioni pubbliche e cazziatoni epici:
"Vergogna! Tu grande sporcaccionen. Io metto foto tua su tutti muri di studentato. Tutti devono sapere che tu grande zozzonen!"
C'era chi aveva dovuto mettere in pericolo il conto in banca e la salute per colpa di un segnetto di penna sulla scrivania di truciolato:
"Orroren! Kosa hai fatto? Noi ora dobbiamo cancellare sfregio su mobile antico. Tua kautione non basta vogliamo anche uno rene!" 


Il giorno che venne annunciato la visita della terribile Frau nel mio edificio fui testimone di vere e proprie scene d'isteria: qualcuno si buttò dalla finestra cercando rapidamente una via d'uscita, qualcun altro tentò di nascondersi negli scarichi del water. Io invece mi feci un caffè e, con l'aria soddisfatta di un micio che sta per papparsi un topolino, mi posi in attesa.

Ella spuntò dal fondo del corridoio quando i nostri sguardi s'incrociarono per la prima volta. Ci sorridemmo melliflue ed io mi compiacqui nell'intravedere nei suoi occhi il seme del dubbio e della paura. I di lei passi rimbombavano ritmati nel silenzio dell'Haus 17, mentre io l'attendevo di fronte alla mia porta con una sola grande consapevolezza: "Quando una Frau con caschetto e block notes incontra una DonnaCole con ricci e scopettone, quella con caschetto e block notes è una Frau morta".

Io, Jane Pancrazia Cole, sono l'ultima erede di un'antica stirpe. Io sono figlia di mammaCole, nipote di nonnaCole, pronipote di bisnonnaCole. La mia famiglia conta generazioni su generazioni di casalinghe disperate, donne fissate con la pulizia, isteriche che stirano persino le mutande.
Una tra noi due era destinata a soccombere. E non sarei stata certo io.

La Frau entrò nella mia stanza e, per un attimo, rimase abbagliata da tanto splendore. Poi, a poco a poco, recuperò il dono della vista. Nella mia camera tutto brillava. Pavimento, libreria, vetri alle finestre. Tutto era pulito. Tutto era perfetto. Perfetto.

La Frau aprì la bocca, poi la richiuse, poi l'aprì nuovamente per dire solo "Komplimenten!" e cadere a terra svenuta.

Io ebbi indietro tutta la mia cauzione. Lei venne vista lasciare lo studentato la sera stessa per non farne più ritorno.

Continua...

8 commenti:

  1. ...e gli altri studenti presero a farsi la permanente riccia.

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    1. Ma nomunque non bastò. Non sono solo i capelli, ma soprattutto il sangue dell'antica stirpe a fare la differenza ;)

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  2. Yeah!!!
    Germania 0 - Italia 1 :-)

    ---Alex

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  3. io sarei stata una di quelle a cui avrebbero asportato anche il rene... Non tanto per la sporcizia , quanto per il disordine!

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    1. Non è colpa tua se non hai la fortuna di appartenere alla mia stessa stirpe di (pazze furiose) elette...

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