martedì 8 maggio 2012

21. Die Frauen

Ho preso la mia nuova carriera di osservatrice, specializzata in fauna germanica, talmente seriamente da decidere di scrivere una breve tesina anche sull’altra parte del cielo teutonico: le donne. Die Frauen.

Del loro ruolo nel rito dell’accoppiamento ho già detto in precedenza, sottolineandone l’intrinseca spregiudicatezza e la capacità d’iniziativa, caratteristiche sviluppatesi nei millenni un po’ per attitudine e un po’ per forza della disperazione.
Ma se una tedesca media è disinvolta e disinibita, una tedesca media alticcia è molesta ai limiti della denuncia. Queste bellezze nordiche spesso vivono ancora nel mito dell’uomo latino e, soprattutto se ubriache, si avventano sugli italiani appena carini con entusiasmo ed ingordigia. I nostri compatrioti che, si sa, sono esterofili e amano le biondone dalla coscia lunga, all’inizio godono come ricci in calore ma poi si annoiano o, peggio, spaventano. Evidentemente la maggior parte di loro perde del tutto il gusto della “caccia” quando si trova a dover vestire i panni del leprotto spaurito invece che quelli del bracconiere ingrifato.
Ancora me lo ricordo il bel Marco mentre si nascondeva dietro Gra’ per sfuggire all’ennesima tedesca coi bollori. “Ti prego, fai finta di essere la mia ragazza, ti prego!” “Ma non le puoi semplicemente dire di no?” “Non mi ascolta! Quella depravata vuole solo approfittare del mio corpo. Prima ha cercato di aprirmi la zip a tradimento!”

Ma lasciamo perdere questo spinoso argomento che, com’è ovvio, ho vissuto solo da spettatrice. E concentriamoci invece sul mio giudizio spudorato, sfacciato e pregiudizievole circa l’aspetto delle donne tedesche.
Secondo i miei studi mi permetto di dividerle in tre gruppi distinti.
Da una parte ci sono quelle “Belle, belle in maniera assurda”, dalla parte opposta quelle “brutte ma tanto brutte da non poterci credere”, in mezzo tutte le altre che io, simpatica come una carogna, amo chiamare “Le facce da patata”.

Le “Belle, belle in maniera assurda” hanno occhi da cerbiatta, nasini all’insù, zigomi alti e labbra perfettamente disegnate. Ed oltre ad essere belle, almeno fino ai 20-25 anni, esibiscono anche una passione per la moda, passione che spesso ignora le rigide regole che guidano noi italiani, ma che comunque dimostra una certa fantasia, simpatica frivolezza e fascinosa femminilità. Passione che, senza motivazione logica alcuna, scompare dopo i 30 anni, quando la maggior parte di queste Frauen inizia l’inesorabile mutazione da modella mozzafiato in valchiriona baffomunita, priva di grazia e di un paio di scarpe degne di questo nome. Alla mancanza di buon gusto, si affiancano pesantezza nei modi e la perdita del numero della propria estetista.
Per quale motivo ciò avvenga non lo so, ma ho sviluppato due teorie al riguardo.
La prima, detta della (Ri)Assimilazione, riconosce la causa di questo mutamento nella società tedesca, notoriamente priva di buon gusto nell’abbigliamento e negli accessori, rigida e poco amante dei fronzoli. Società che riassorbe o meglio riassimila queste fuoriuscite, facendole rientrare nei ranghi, facendole assomigliare alle loro madri e alle nonne. Personcine adorabili, simpatiche ma affascinanti come dei cespi d’insalata.
La seconda teoria, detta quella della Giustizia Divina, vede nel gran cuore della natura benigna la volontà di riportare a terra queste dee, in modo da dare un’occasione a tutte noi altre, in modo da ridonarci il sorriso e farci smettere di rosicare. Del resto la Giustizia è femmina e certe cose le capisce.

Le “Brutte ma tanto brutte da non poterci credere” non sono brutte come possiamo esserle noi italiane o le altre cittadine di questo mondo. No, nient’affatto. Le brutte tedesche raggiungono livelli impensabili. Livelli che, a onor del vero, hanno poco a che fare con lineamenti sgradevoli o fisici lontani dalla perfezione, ma sembrano il frutto di una mirata ricerca del peggioramento del proprio aspetto.
Il problema di questa piccola percentuale di donne non è certo il braccino corto di Madre Natura ma la loro scientifica precisione nell’occultare i piccoli doni ricevuti e, non contente, nell’esibire orgogliose una sciatteria quasi patologica.
E ve lo dice una che non ama particolarmente truccarsi o camminare altera su tacchi mozzafiato. Ma a tutto c’è un limite! Durante il mio Erasmus ho visto cose che voi umani. Ho visto ragazze passeggiare in mezzo alla neve, indossando sandaloni e calzettoni di lana. Ho visto donne esibire certi baffi che avrebbero fatto morire d’invidia persino il mitico Francesco Giuseppe. Ho visto Frauen abbigliarsi come fosse esploso loro addosso il guardaroba di un'ottantenne daltonica.

E infine ci sono quelle che stanno in mezzo, esibendo vari livelli di bellezza. Quelle che, c’è poco da fare, se le si guarda fisse rivelano immediatamente le proprie teutoniche origini. Quelle che riconoscereste dappertutto e in mezzo a migliaia di altre nordeuropee. Quelle che hanno la pelle chiara, gli occhi tondi, le guance paffute ed un morbido ovale. Quelle che, a guardarle bene, nessuno può negare che assomiglino incredibilmente a una patata. “Le facce da patata”, appunto.
E no, non lo dico perché sono una brutta italiana invidiosa. Non sono io ad essere invidiosa, sono loro a ricordare dei tuberi.
E che male c’è? Gli inglesi, anche quelli bellocci, hanno sempre un che di equino. Le tedesche, soprattutto se paffutelle, hanno un che di tuberico/tuberale/tuberante(?).
Probabilmente anche noi italiani, ad osservarci bene, ricordiamo qualche animale o vegetale ma, semplicemente, nessuno se n’è ancora accorto. Prima o poi accadrà. Magari qualche studente Erasmus straniero ci scriverà sopra un post sul proprio blog. E noi, a quel punto, dovremmo farci i conti con autoironia ed eleganza. Suvvia, i problemi sono altri.

Continua...

5 commenti:

  1. E comunque le Tedesche (ma in generale tutte le donne del nord-europa) hanno la preoccupante caratteristica di esplodere dopo i 30-35 anni...

    Prima dell'età limite sono in genere delle passerone da non credersi, poi tutto di botto, esplodono a livello gluteo-coscio-pelvico ed assumono una forma a trottola...
    Forse è un difetto di fabbricazione o forse è veramente una vendetta di madre natura...

    ---Alex

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    1. Questa loro innegabile caratteristica l'ho volutamente omessa, per non sembrare troppo di parte e cattiva.
      Ma ora che l'hai scritta tu non posso che confermarla :P

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    2. È tutto vero. È che siccome sono gnocche con naturalezza fin da bambine, non si si preoccupano di doversi curare l'aspetto fisico. Ma fino ai 30 anni circa questa cosa funziona e loro crescono splendide come fiori (davvero; se ne vedono di pazzesche in giro). POi però il loro corpo inizia a cedere, a invecchiare, a gonfiarsi e loro continuano a non curarsi, come hanno fatto fino a quel momento. E quindi addio!

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  2. Probabilmente il metabolismo rallenta e i wurstel e la birra restano incastrati a livello gluteo-coscio-pelvico...
    A proposito, un post sul mangiare? :)

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    1. È tra i progetti futuri, ma ti toccherà avere un poco di pazienza.

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