venerdì 13 aprile 2012

18. God save the King

Sissi, Eli ed io eravamo stanche di vedere sempre le stesse facce, di frequentare sempre gli stessi luoghi, di restare sempre agli arresti domiciliari all'interno dello studentato. Ci sentivamo come quei tristi vacanzieri che volano dall'altra parte del mondo per poi chiudersi in un villaggio turistico, a mangiare pennette al pomodoro e giocare a calcetto con il capo animatore di Cinisello Balsamo.
Quindi, in cerca di nuova vita e nuovi incontri, mollammo la festa da poveracci e puntammo verso il centro.

Non ci importava che avremmo impiegato 40 minuti per andare e che, al ritorno, il Nachtbus ci avrebbe lasciato lontane da Schlachtensee, costringendoci a camminare in piena notte per una strada semibuia, fredda e deserta. Non ci importava di non avere punti di riferimento o mete precise. Non ci importava neanche che gli altri ci considerassero, più o meno apertamente, un trio di boriose, guastafeste, incontentabili.
Il nostro posto era tra locali e confusione. Il nostro posto era il centro della scena. Il nostro posto era il cuore di Berlino. Non un quartiere dormitorio mal servito e privo di qualsiasi attrattiva.
L'Erasmus ce l'eravamo guadagnato ed ora avevamo il sacrosanto diritto di godercelo.

Tanto spirito d'iniziativa venne immediatamente premiato e, mentre eravamo ancora in attesa alla fermata del bus, vedemmo avvicinarsi un gruppo di giovani, anche loro appena usciti dal pub.

C'era lo slavatissimo gemello buono di Draco Malfoy, che tentò un infruttuoso approccio con la sottoscritta. No, non era brutto. No, non facevo la preziosa. Ma i problemi di comunicazione mi rendevano particolarmente timida. Il mio tedesco zoppicante per i primi mesi limitò un po' la mia vita sociale e moltissimo quella sessuale. Non fu un caso che decisi di iscrivermi a ben due corsi di lingua contemporaneamente.
Pensavate davvero che l'avessi fatto solo per l'università? Mafatemiilpiacere!

Poi c'era il tipo ubriaco come una cucuzza.
Camminava incerto, sbandando ad ogni passo, con le palpebre semichiuse e l'aria di chi fosse in procinto di vomitare, e stesse solo decidendo sulle scarpe di chi.
Sissi, con il suo 42 di piede, era sicuramente quella più in pericolo.

Ed infine c'era lui: il belloccio.
Si avvicinò alla mappa della città esposta sotto la pensilina e sentenziò lapidario: "We're in the middle of f#cking nowhere!"
Con una sola frase era riuscito a sintetizzare settimane di nostre lagnanze circa l'infelice posizione dello studentato.
Con una sola frase si era guadagnato il nostro incondizionato affetto.
Si chiamava Ben ed era inglese.

Un ragazzo carino ma non troppo. Quel tipo di bellezza britannica rassicurante e non eccessiva.
Un manager con una carriera ben avviata, ma l'anima dell'adorabile pirla cazzaro.
Quel tipo di persona che prima è l'anima della festa ma poi beve troppo e perde i sensi, restando in un angolo ad emettere suoni e odori d'incerta provenienza.
Ma anche quel tipo di persona in grado di percepire il tuo cattivo umore prima degli altri, e fare di tutto per strapparti un sorriso.

Come dite? Non esiste uno così?
Evidentemente non avete mai incontrato Ben.
Una figura mitologica: metà John Belushi e metà Ricky Cunningham.
Ben era una versione squisitamente britannica dei Gremlins: se gli davi da bere dopo la mezzanotte si trasformava, da perfetto bravo ragazzo, in incontrollabile festaiolo distruttivo. Da morbido orsetto con gli occhi buoni ad essere viscido e a tratti rivoltante.

Non potevamo lasciarcelo sfuggire! E fu per questo motivo che passammo le ore successive a dargli la caccia tra un party di facoltà e l'altro. Fino a quando, al quarto incontro "casuale", non si arrese agli evidenti segni del destino e non scelse, più o meno liberamente, di diventare nostro amico.

Il nostro Erasmus non sarebbe più stato lo stesso.

Continua...

10 commenti:

  1. Mi devo ripetere coi complimenti? No, direi che ormai si é capito che mi piace da matti come scrivi. Bramo di sapere com'é poi andata a finire col belloccio britannico. God saves all the britannic bellochs!

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    1. Come no? Ripetiti, ripetiti pure ;)
      "Britannic bellochs" LOL!

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  2. "Un manager con una carriera ben avviata, ma l'anima dell'adorabile pirla cazzaro".
    Sei un genio!

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    1. E' il pirla cazzaro che mi ha conquistato. non avevo mai messonsieme i due aggettivi.

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  3. Oh sì, si fa decisamente interessante adesso! :-D

    ---Alex

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  4. ".. non sarebbe stato mai più lo stesso.."
    bravissima Jane,
    non smetterò mai di dirtelo.

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    1. E infatti non devi smettere. Continua ad incensarmi. Continua pure ;)

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  5. ohhhh dai voglio qualcosa di nuovo... di Ben già sapevo! :-D
    Guarda che spoilero gli altri eh!

    :-D
    Rabb-it che non ha voglia di loggarsi.

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